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PORTOLAGO, PRIMA TAPPA DI ERITALIA

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Un anno fa, in questa stessa sede, era stata allestita una mostra analoga, organizzata dall’associazione in collaborazione con l’Archivio Storico, che aveva anch’essa come oggetto il patrimonio architettonico razionalista di Leros.
Il grande numero di visitatori, l’interesse espresso da questi, il fatto che rappresentassero quel turismo alternativo, culturalmente preparato, elitario, che dovrebbe costituire, a nostro parere, ciò a cui deve puntare il futuro dell’isola, che l’isola deve promuovere, cercare e stimolare, dimostra come questo patrimonio architettonico debba essere a tutti i costi tutelato, esaltato, pubblicizzato con tutti i mezzi.
Oggi, con questa mostra, intendiamo presentarvi un aspetto tutto speciale di quel panorama urbano che troppo spesso viene dato per scontato da noi isolani, e che, passato il primo stupore all’arrivo nell’isola, diventa familiare anche a coloro che vi ritornano regolarmente (e sono molti), o che vi trascorrono periodi di vacanze prolungate (e sono moltissimi).
Un aspetto tutto speciale, perché speciale è l’ottica con cui viene osservato, e analizzato, e registrato.
L’aspetto di questo panorama urbano, osservato non da un singolo visitatore, ma da un’intera equipe, giunta dall’Italia per iniziare proprio qui a Leros, unica isola di tutto il Dodecaneso, il suo percorso di ricerca nei, un tempo, cosiddetti ‘territori d’oltremare’.
Alla ricerca di quanto è rimasto di quel furore edilizio d’anteguerra, a quasi un secolo di distanza, quando fiorì in Italia (e fu esportato nelle colonie di un effimero ‘impero’) il movimento architettonico razionalista, in seno alla vasta corrente modernista che si impose in tutto il mondo occidentale con il nome di International Style.
Movimento razionalista che si distacca dalle analoghe strutture edilizie di tutta europa e delle americhe nord e sud, proprio per quella sensibilità espressa nei confronti delle architetture autoctone delle colonie, ma ben lontano dall’eclettismo che lo precedette, dall’arabesque all’epoca di moda nelle colonie di tutte le potenze europee, ma fuori luogo nel Dodecaneso.
Poster_Eritalia_thumbnailL’equipe del progetto Eritalia, dicevo, inizia il suo itinerario di ricerca qui a Leros, unica isola visitata di tutto il Dodecaneso.
Perché?
Perché non Rodi, piuttosto?
Perché non è la testimonianza della presenza italiana che intende documentare il progetto e la sua equipe, ma l’architettura razionalista.
E nell’isola di Leros c’è Lakki, l’ex città di fondazione di Portolago, l’unica nel Dodecaneso, se si escludono i piccoli centri rurali di Kos e di Rodi, di interesse architettonico ben più modesto.
L’unica fra tutte le città di fondazione che abbia conservato pressoché intatti nel tempo il suo carattere e la sua personalità, a dispetto di alcuni ‘delitti stilistici’ perpetrati a suo danno…
Per questa ragione il progetto Eritalia ha preso le mosse da Leros, attestando così l’importanza delle strutture urbane ed edilizie di Lakki, di una città di fondazione che inizia ad essere nota agli ‘addetti ai lavori’ in Italia, ma anche, infine, nella sua stessa isola.
In tale ambito, l’ottica di elevato livello artistico di Bruna Biamino e Daniele Ratti, con cui viene documentata la ricerca effettuata dall’equipe, ci offre in questa sede la possibilità di ammirare le strutture edili sotto un’angolazione, e con una raffinata tecnica, del tutto originali.Abbiamo completato le foto, che faranno parte della mostra finale che verrà presentata all’Expo di Milano ed all’OGR di Torino, e che vedete qui a Leros in anteprima, con le riproduzioni di alcuni progetti urbanistici ed edili e con alcune foto d’epoca, provenienti dall’archivio storico di Leros e dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene.
E con i ritratti, realizzati da Daniele Ratti, di alcuni personaggi dell’isola che hanno dato voce ai ricordi ed alle testimonianze dirette, raccolti dallo scrittore Enrico Remmert.
All’introduzione del Segretario Generale dell’AIAL, che ha ringraziato a nome dell’associazione il comune di Leros per la collaborazione, la SAIA per la riproduzione delle foto del Fondo Paolini, nonché soci e simpatizzanti che hanno collaborato all’allestimento della mostra e del buffet, ha fatto seguito il benvenuto porto ai convenuti dal sindaco sig Kolias.
Il prof. Kostopoulos, già dirigente dell’Archivio Storico, ha iniziato gli interventi inquadrando storicamente la fondazione di Portolago ed il razionalismo nel Dodecaneso.

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E’ quindi intervenuto l’architetto Fabio Colella, che aveva fatto parte dell’equipe quale consulente tecnico e grafico durante il suo sopralluogo a Leros in gennaio, e che in veste di rappresentante del progetto Eritalia ha esposto scopi e metodi del progetto.
Ha concluso gli interventi, a lungo applaudito dal numeroso e attento pubblico, il giornalista Giorgos Lialios del quotidiano nazionale I kathimerini, sul quale aveva già pubblicato a febbraio un interessante articolo su Portolago, tradotto anche in inglese e puntualmente segnalato sul nostro sito, che ha espresso con molta franchezza la sua opinione in merito all’importanza ed al significato che riveste questo patrimonio architettonico per l’isola di Leros.
Subito dopo la chiusura della mostra,un secondo articolo, che ribadisce le sue opinioni in tema e riporta un’intervista all’arch. Colella, è comparso su I kathimerini ed è stato ripreso dalla stampa locale e pubblicato in versione inglese sull’edizione online del giornale.


RASSEGNA STAMPA           [clicca sull’icona per leggere il relativo articolo]

 

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