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LA CUCINA VA AL CINEMA

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5° Settimana della Cucina italiana nel mondo

AUTUNNO ALL’ITALIANA_online
[online 18.11 – 09.12.2020]

In occasione della 5° edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo, vengono presentate dal 18.11 al 9.12.2020, nel contesto della III Rassegna culturale Autunno all’italiana_Online, sei pellicole selezionate in collaborazione con la Cineteca Nazionale nell’ambito della migliore produzione cinematografica italiana che presentano connessioni dirette o indirette con il cibo, la cucina, la tavola. Si tratta di pellicole che spaziano dalla commedia più fruibile ai “cult movies” più impegnati, accomunate dal tema gastronomico, sia che questo rappresenti il soggetto del film, sia che rappresenti lo scenario nel cui contesto si svolge l’azione drammatica.

Signori, a tavola: il film è servito!

Lontane e profonde sono le radici della presenza della cucina nel cinema: Né poteva essere diversamente se si considera l’importanza della tavola e del cibo nella vita dell’Uomo, e da sempre. E il cinema non poteva esimersi dal considerare anche cibo e tavola come elemento della cultura umana, testimoniandone il ruolo nel tessuto sociale quanto nelle manifestazioni della vita quotidiana.
Impossibile parlare di cibo e cinema senza ricordarne due scene ormai divenute paradigmatiche, l’emblema del mangiare sullo schermo (all’epoca per definizione il “grande schermo”, siamo nel 1954 in entrambi i casi). E poiché si tratta di due italianissimi film, a rappresentare l’atto del mangiare non potevano essere che gli spaghetti.
Quelli sornioni e provocatori di Sordi in Un americano a Roma di Steno (“Maccarone… m’hai provocato e io te distruggo, maccarone. Io me te magno!”).

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E quelli provocatori e tesaurizzati da Totò che li intasca in Miseria e nobiltà, una ennesima versione della popolare commedia di Scarpetta del 1887, già passata per altre due riduzioni cinematografiche nel 1914 e nel 1940, ed una riedizione teatrale di Edoardo De Filippo.
Il cibo è chiamato al cinema a rappresentare la fame e la povertà quanto l’opulenza e la raffinatezza. Dalle vacche magre del dopoguerra alle vacche grasse del miracolo economico. Dal sottoproletariato di Brutti, sporchi e cattivi all’alta borghesia de Il capitale umano ed alla nobiltà de Il Gattopardo. Per approdare alla convivialità di Perfetti sconosciuti quanto alla simbologia del malessere esistenziale de La grande abbuffata. Perfino nei titoli, da Pane, amore e fantasia (1953) a Pane e tulipani (2000), il cinema italiano non può sfuggire alla seduzione della tavola, che arriva a contaminare addirittura i generi, come Spaghetti western e Cinepanettone

[enzob.] 

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Secondo il regista greco Nikos Koundouros, non c’è pellicola cinematografica che non sia basata sui sensi e sui sentimenti.
La rassegna La cucina va al cinema ci offre l’occasione di riapprezzare le opere di due grandi registi del XX secolo, Marco Ferreri ed Ettore Scola, e quattro film di registi più giovani e premiati nel XXI secolo, alla ricerca della cultura del sapore e dei riti della tavola.
La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri, sin dalla sua prima presentazione al Festival di Cannes e fino alle sale cinematografiche di Parigi, sollevò un mare di polemiche dividendo il pubblico e la critica tra fanatici ammiratori e nemici giurati. L’approccio estetico-filosofico estremo e nel contempo affascinante provoca le vertigini allo spettatore, ponendogli dilemmi filosofici irrisolti nell’ambito di una feroce critica rivolta contro la borghesia degli anni Settanta.
In un clima completamente diverso si muove la pellicola di Ettore Scola La cena (1998), ispirata al leggendario ristorante “Otello alla Concordia” di Roma, ritrovo preferito del regista e dei cineasti in genere, e punto di partenza per vagheggiare e addolorarsi per la perdita dell’umanesimo di un’epoca intera.
Tra le pellicole dei registi più giovani spiccano: Pranzo di ferragosto (2008) di Gianni Di Gregorio, che ha ricevuto numerosi premi Donatello per la delicata disamina della convivenza con la terza età; ma anche Mine vaganti (2010) di Ferzan Ozpetek, per le rivelazioni sul figlio studente a Roma che sconvolgono un pranzo di famiglia a Lecce, osservate dalla prospettiva tutta particolare del regista (premio speciale della giuria al Festival di Tribeca).

Μaria Komninou
Presidente della Cineteca Nazionale di Grecia 

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