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GIORNALE DI BORDO DI UN REGATANTE

LA  VACANCIANA  NEL  DODECANESO

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23-05-12

Se la Barcolana è la mamma di tutte le regate, la Vacanciana può dirsi la mamma di tutte le vacanze… Un volo di due ore e venti minuti e l’aereo della Ryanair ha portato me, mia moglie Laura e Nicla (coarmatrice del Colin Archer 30, dove siamo stati invitati per una vacanza-regata fra la Grecia e la Turchia) da Bologna a Kos.
Luigi Salani, armatore e skipper dell’Elina, è sul molo di Kalimnos ad attenderci, accogliendoci con uno smagliante sorriso a braccia aperte.
Partenza comoda la mattina, direzione Pandeli sull’isola di Leros, tutta vela con vento ideale di nord-ovest a 15/17 nodi.
La taverna del Pescatore ci offre l’occasione di conoscere uno degli equipaggi che in seguito si rivelerà fra i più competitivi, quello del Buriana II, un Genesis 43, di Gianni e sua moglie Paola, originari di Roma, che alla fine delle regate si classificherà terzo. La cena offerta sarà a base di carne di capretto alla brace.

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26-05-12

Dopo circa un’ora e mezza di navigazione a motore siamo entrati nella profonda baia di Lakki, dove eravamo attesi dal comitato di regata che ci ha riservato un ormeggio in banchina con accoglienza di ragazze sorridenti incaricate dai vari sponsor della regata ad offrirci bevande e dolcetti al miele e mandorle ed al marzapane. Nel pomeriggio gli equipaggi sono convocati al circolo velico poco distante dal porto per il classico briefing.

La serata è stata allietata da un graditissimo invito al teatro, costruzione fatta dagli italiani all’inizio del secolo scorso e adesso completamente restaurato, dove quattro italiani hanno offerto un concerto che si è rivelato di grande professionalità, il tenore Luigi Petroni e la soprano Margherita Pace bravissimi, la sublime pianista Serena Marotti ed il sassofonista Mario Raja, non si poteva pensare di avere maggior gradimento per la presenza di questi professionisti della musica che hanno suonato e cantato rendendo la serata magica e celestiale come le loro note.

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27-05-12

Un gran fermento sulla banchina di Lakki, per i preparativi della partenza della prima regata delle cinque previste con intervalli di un giorno di riposo, prima destinazione l’isola di Patmos, le miglia non sono molte ma il vento è per il momento poco. La barca giuria ha dato i segnali di partenza come convenuto durante il briefing, e le barche hanno preso il passo bordeggiando verso l’una o l’altra sponda del canale in quanto la partenza, come previsto, è di bolina, la nostra barca non ha

caratteristiche boliniere e soffre molto nel risalire il poco vento, poi se Dio vuole siamo usciti anche noi dal canale ed il vento ci ha dato una mano, abbiamo issato il gennaker rosso ed abbiamo cominciato a prendere un buon passo che ci ha visto risalire tre o quattro barche che ci avevano distanziato nella bolina. A bordo silenzio completo, tutti intenti a sfruttare i refoli più forti per cercare di accelerare il più possibile la barca, si sentivano solo i suggerimenti della Nicla (questo tipo di handicap non era stato previsto nel rating della barca…), del resto la perfezione negli equipaggi familiari non esiste.Alla fine siamo arrivati ottavi, niente male rispetto al tipo di barca ed a quelle che sono arrivate dietro di noi, del resto davanti erano quasi tutte barche di oltre quaranta piedi fino a cinquanta, una cosa è certa la barca con venti portanti fino al traverso e armata con gennaker, va da Dio.

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28-05-12

Oggi, giorno di riposo, per consentire le premiazioni della prima regata e vedere l’isola, l’organizzazione della regata ci ha portato tutti su due autobus a visitare la grotta di Giovanni il Teologo, quello che ha dettato la parola del Signore allo scrivano facendogli redigere l’Apocalisse, nella stessa mattinata abbiamo anche visitato il castello-monastero sulla sommità di Patmos contornato da un caratteristico e delizioso paesino molto turistico, dove abbiamo potuto vedere le ricchezze decorative delle

icone greche e degli altari in oro ed argento sbalzato a mano in bassorilievi, delle chiese ortodosse.
Sempre in autobus la sera l’organizzazione di regata ci ha condotto in un nuovissimo e grande albergo costruito ai margini della baia di Griko, dove ci hanno offerto un coktail e tanta musica.
Al rientro molti equipaggi si erano diretti verso alcuni ristorantini del porto per finire di cenare e recuperare le energie per la gara del giorno successivo.

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29-05-12

La nuova regata prevede un percorso più lungo, circa 30 miglia da Patmos a Didim in Turchia. Anche in questa seconda regata abbiamo sofferto l’iniziale mancanza di vento per tutta la mattina, tanto che abbiamo deciso di pescare alla traina e ci siamo fatti anche un bagnetto ristoratore, tanto la perdita di posizione non poteva in alcun modo danneggiarci, eravamo certamente nelle ultime file e nelle ultime file saremmo rimasti.

Gli altri equipaggi non stavano certo meglio di noi anche se notevolmente più avanti, erano comunque tutti fermi all’altezza dell’isola di Lipsi. Poi colpo di cu.. fortuna e bravura del nostro skipper, è entrato il vento al traverso dalle nostre parti prima che arrivasse al gruppo fermo su Lipsi, e issato il nostro gennaker rosso abbiamo cominciato a macinare acqua ed a re-cuperare su molte delle barche che ci precedevano, abbiamo anche salpato la traina che non ci ha fruttato nessun pesce. Ancora un colpo di cu.., il vento è girato a poppa e Luigi privo di spinnaker ha deciso di tangonare il gennaker come se fosse uno spi, operazione questa che ci ha fruttato altre posizioni sulla linea d’arrivo che nel frattempo era stata spostata al traverso dell’isola di Farmaconisi, accorciando così la regata di alcune miglia, in quanto il gruppo dei partecipanti era in ritardo rispetto ai tempi previsti. Sapevamo che in questa particolare regata c’eravamo comportati molto bene, ma non pensavamo certo che saremmo arrivati terzi. Prodigio della vela, nessuno sa cosa può avvenire in mare, praticamente può avvenire tutto ed il contrario di tutto (come nei giudizi legali credo, hops… questo non c’entra niente, scusate, deformazione professionale). Arrivare terzi su venticinque barche partecipanti, alcune anche con equipaggio ben allenato, la possiamo considerare come una vittoria viste le diversità fra le loro barche e la nostra.
Da lì a poco siamo entrati nel porto di Didim in Turchia, prodigio del denaro, roba da Turchi, c’è di tutto e tutto di più, due gommoni in acqua di cui uno a spingere, e due persone a terra per farsi dare le cime d’ormeggio, ma uno ci butta una cima in acqua mentre facciamo manovra d’ormeggio e questa si infila dritta nell’elica, strappo e arresto del motore. Luigi si cala in acqua e può constatate che i danni si limitano ad una perdita di antivegetativa sull’elica, sospiro di sollievo.

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30-05-12

In dei bagni come quelli trovati a Didim non possiamo dire che ci siamo solo lavati, con docce e lavabi tecnologici come quelli, dobbiamo almeno considerarci toilettati di tutto punto come si conviene in una beauty farm. Colazionati, profumati ed agghindati siamo partiti su due autobus alle ore dieci della mattina alla volta di Mileto, un sito archeologico Romano dove andremo a vedere il grande anfiteatro costruito dai Romani. Durante il giro ci rendiamo conto che siamo guardati tutti a vista

da custodi in borghese che tallonano chiunque si allontani per proprio conto, anche se ingenuamente si dispone sotto un albero a consumare il proprio panino e bere la propria acqua. Al fianco dell’anfiteatro abbiamo visitato anche le terme di Faustina, moglie di Marc’Aurelio, con vasche termali e statue di corredo, ed infine a poca distanza ci hanno portato a visitare anche il tempio di Apollo, che era stato progettato per avere 120 colonne ioniche altissime, delle quali ne sono state ricostruite due, adesso il sito è nel bel mezzo di moderni caseggiati, anche se risulta comunque ancora preponderante su tutto il resto.
Questa non è una semplice vacanza, e non è neanche una semplice regata, questo è il piacere di avere tutto ciò che si vuole comprese le amicizie o le conoscenze di tutti gli equipaggi. Sì, nelle normali vacanze in barca possiamo anche fare amicizia con qualche altro equipaggio, ma nulla di più, e durante il corso delle normali regate possiamo sì conoscere qualche altro equipaggio ma finisce poi tutto alla fine della premiazione, mentre nel nostro particolare caso si fanno gite insieme e durante la regata ci ritroviamo non a reclamare acqua ma ad offrire vino.
La serata finirà in pompa magna al club house del marina per la premiazione con un buffet degno degli emiri e/o dei migliori Y.C. in un ambiente da nababbi, con musiche turche e danze di bambini vestiti in costume tradizionale.

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31-05-12

Terza regata da Didim verso Kalymnos, partenza alle ore 10 con venti da nord-ovest di 5/7 nodi, noi non siamo partiti male ma abbiamo sofferto un po’ la mancanza di vele adeguate.  Durante il percorso (circa 30 miglia) abbiamo però potuto usare il nostro oramai famoso gennaker rosso che ci ha fatto recuperare non poche posizioni sorpassando anche barche che non potevano essere superate per competitività. Abbiamo anche passato caparbiamente, come richiesto dall’organizzazione,

all’interno delle coordinate della gate virtuale in prossimità dell’isolotto di Kalolimnos, posta a non più di 100 metri dalle rocce della punta stessa, passaggio che nessuna barca da noi controllata posta davanti, ma anche dietro, ha passato, tutte si sono defilate a distanze dalla punta anche di un miglio senza perdere il vento, come invece abbiamo fatto noi per amore di onestà competitiva e rispetto delle regole.
Dopo altre 10 miglia siamo arrivati sulla punta dell’isola dove i giudici di gara avevano piazzato la linea d’arrivo posta fra la boa gialla e la loro barca, a 50 metri da questo punto il vento ci ha completamente abbandonato ed ha compattato tutte le barche che si trovavano davanti e dietro di noi. Peccato, ma le regate sono così imprevedibili ed aleatorie… Siamo comunque arrivati settimi, il che non è niente male, anche se inizialmente ci avevano detto che eravamo arrivati quarti…
A terra abbiamo ritrovato il nostro buon umore con tutti i partecipanti alla competizione, anche con quelli irrispettosi delle regole. Acqua e luce in banchina, cena a bordo a base di carne e patatine arrosto con contorno di peperonata.

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01-06-12

Appena alzati e colazionati, Luigi è andato al banco del comitato per ritirare i documenti dell’equipaggio e della barca che erano stati consegnati all’organizzazione in data 27 maggio e chiusi in buste con il nome della barca scritto sopra, per consentirci di poter accedere in Turchia senza occuparsi personalmente delle formalità.
Subito dopo siamo andati a visitare il museo archeologico di Kalimnos insieme al Dr. Stamatis Skoutas, amico di Luigi e fervente assertore della necessità di tenersi in allenamento fisico, dove abbiamo potuto ammirare un possente bronzo di donna denominato “La Signora Di Kalimnos”, Apollo, Athena, oltre ad innumerevoli altre statue ed oggetti di culto di grande bellezza, che da sempre ci fanno pensare che da quell’epoca in poi nessuno ha più inventato niente.

Usciti dal museo e noleggiati due motorscooter, siamo andati a visitare un’altra parte dell’isola, Mirties e l’isola di Telendos raggiunta con un piccolo traghetto, dove abbiamo trovato un luogo adatto alla villeggiatura ed al relax. Nell’area e sotto la superficie del mare qualche fortunato sub potrebbe trovare e vedere i ruderi di una città sommersa. Ripreso il traghetto ed i motorini abbiamo continuato la passeggiata nella parte più selvaggia dell’isola fino a raggiungere la baia di Emborios, dove ci siamo fermati per il pranzo in un ristorantino delizioso posto proprio sulla spiaggia e denominato “Il pirata”, uno squisito fritto di calamari caldo e morbido con insalata e tutto a buon prezzo, da ritornarci anche subito.
Finito il giro dell’isola e riportati i motorini, abbiamo assistito alla premiazione della terza regata sul porto di Kalymnos, allietata da balli greci, fra cui anche quello molto toccante quando i ballerini si sono esibiti nella parodia del pescatore colpito da embolia, è da tenere presente che l’isola è detta l’isola delle spugne.
Cena a bordo con formaggi greci e verdure cotte denominate “horta”.

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02-06-12

Quarta regata, da Kalymnos a Leros, vento di prua ahimé, ed anche poco, la barca soffre e noi con lei, solo poche barche dietro di noi nel passaggio fra Mirties e Thelendos. Il comitato di regata decide di accorciare la regata, che non sarebbe stata neanche lunga, sull’isola di Telendos, davanti ad uno dei ristorantini che avevamo visto il giorno precedente, noi penultimi in tempo reale, poi arriveremo sedicesimi in tempo compensato, peccato! non si può avere tutto dalla vita…

Durante la navigazione a motore verso Leros, la Nicla ha preparato un pentolone di Ceci per partecipare all’organizzazione della serata italiana, iniziata la sera stessa con la premiazione delle solite tre barche: Phebè – Baloss – Buriana, tutte di italiani anche se Phebè batte bandiera francese. La serata è stata allietata dal pianista Toby e dal tenore Michael Powel, quest’ultimo facente parte dell’equipaggio del Tosca, un Legend 430 che gareggiava con un grosso e simpatico terrier a bordo. Il buffet è stato gentilmente offerto dal ‘comitato delle signore’ dell’AIAL, e vi posso assicurare che non mancava proprio niente, vino distribuito dal nostro Luigi, che ha contribuito non poco ad animare la serata, bruschetta, affettati di tutti i tipi, tortini, ceci, caponata, ed una meravigliosa forma aperta in due di parmigiano reggiano di buona qualità, che ha attratto non solo i topi di bordo ma anche tutti o quasi gli abitanti di Lakki, compresa qualche signora ‘datata’ che, autorizzate da noi, ne faceva scorta per il giorno dopo…

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03-06-12

Quinta regata a triangolo all’interno della baia di Lakki, vento scarso, partenza di bolina, non male noi, indoviniamo qualche bordo favorevole, qualche altro lo sbagliamo, ma nel complesso ci possiamo accontentare, viste le condizioni poteva andarci anche peggio.
A conferma della simpatia nata fra regatanti, oramai amici, ci comportavamo in regata come dei gentiluomini con le dame al

ballo regio, concedevamo precedenza a chi non l’aveva e la ricevevamo quando non l’avevamo noi, è capitato spesso anche con Tosca, con il Terrier gigante a bordo, per cavalleria e simpatia.
Anche questo è divertirsi, concedere e ricevere senza giusta ragione, senza pensare alla competizione e senza rivendicazioni neanche in caso di abbordi-scontri, che alla partenza non sono mancati: Acqua! Acqua! per rivendicare il diritto di precedenza alla mure a dritta, ma poi tutto era risolto con una bottiglia o due, nei casi gravi, di buon vino fresco.
Durante la regata abbiamo anche avuto il tempo di telefonare per prenotare due motorini, le regate dopo questo ultimo triangolo sono finite, e siamo pressoché agli sgoccioli anche della nostra vacanza-regata e della permanenza a bordo, sentiamo di non dover perdere niente e vogliamo caparbiamente ancorarci ancora a quei bei momenti passati in Grecia ed in barca con gli amici.
La serata si è conclusa con tutto il gruppo dei regatanti riunito nel giardino del circolo velico che ci vide presenti al primo briefing, per la premiazione dell’ultima regata e quella della classifica generale che ci ha visti sesti.
La serata greca non è stata certo da meno di quella italiana, con cibo in abbondanza, pasta fredda, patate arrosto, suvlaki a volontà, skordalià, tzatziki, olive, il tutto allietato con canti e balli greci. Poi i saluti agli sponsor, alle autorità, alla direzione della regata, ai partecipanti con lo scambio degli indirizzi e-mail fra equipaggi per inviarci le foto scattate durante le varie gare.
Un giro ai tavoli degli amici per scambiarci strette di mano, abbracci e baci alle signore, un pezzo di cuore rimane in quel luogo insieme a qualche lacrimuccia per la fine della vacanza, segno visibile del successo della stessa, che ancora una volta ha toccato le parti sensibili della nostra anima.
Io e mia moglie Laura facenti parte dell’equipaggio dell’Elina, ma sono sicuro anche l’armatore Luigi Salani e la sua compagna Nicla, vogliamo ringraziare tutta l’organizzazione della “International Italo-hellenic Friendship Sailing Race 2012” ed i collaboratori che hanno lavorato disinteressatamente, a tutti va il nostro più sentito ringraziamento ed in particolare ad Enzo e Cettina, per tutto quello che hanno fatto per la riuscita della manifestazione e per tutto il tempo ad essa dedicato.

10_     (al secolo: massimo & laura, s/y elina)

04-06-12

Borse pronte, prenotato via e-mail anche l’albergo a Rodi che ci ospiterà per una notte, forza, sù, non lasciamoci prendere troppo dai sentimenti, mentre gli occhi miei e di Laura si inumidiscono ed un sorriso forzato si stampa sulle nostre facce. Ciao Luigi, ciao Nicla, ciao Elina, fateci scappare via al più presto, altrimenti ci ripensiamo e ci mettiamo radici in questa vostra bella isola.
Fra Pappina e Signora.

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