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FRA TERRA E MARE…

Il rapporto fra terra e mare, inteso come legame e non come separazione, è stato il tema di una serata “marina” che si è svolta il 24 ottobre 2015 presso il Theatraki della filodrammatica (ex-dogana) ad Ag.Marina, e che era dedicata alla presentazione del Progetto Mediterranea e del libro “OCEANOVI “.

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Il Progetto Mediterranea di Simone Perotti, una «spedizione a vela culturale e scientifica» che si propone di compiere nell’arco di cinque anni il giro del mediterraneo, ha fatto scalo a Leros dal 21 al 26 ottobre.
A latere della ricerca scientifica sull’ambiente e l’inquinamento marino, grande spazio è dedicato all’esplorazione culturale dei popoli visitati attraverso interviste a personaggi rappresentativi dei vari territori toccati.
L’imbarcazione, un ketch con armo a cutter Mikado 56’ (17 metri), ha toccato nel corso dei primi 18 mesi di navigazione i principali porti della Grecia e del mar nero, fermandosi a lungo ad Atene ed Istanbul per presentare il Progetto presso gli Istituti Italiani di Cultura e raccogliere numerose interviste a personaggi di spicco nel mondo culturale delle due capitali.
L’associazione ha sostenuto il Progetto adoperandosi per la parte logistica dello scalo e organizzando le interviste di Simone Perotti a Yannis Loukas, primario psichiatra a Lepida e tra i promotori della riforma psichiatrica a Leros, e a Yannis Kourmadias, uno dei pochi testimoni ancora viventi della presenza italiana d’anteguerra nell’isola.
Il noto scrittore e opinionista ha intrattenuto il numeroso pubblico intervenuto alla manifestazione illustrando la genesi e la realizzazione del Progetto, la cui presentazione è stata completata dal video The Mediterranean voices di Giuliana Rogano che riassume scopi e esperienze del viaggio.

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La serata è proseguita con la presentazione del volume “OCEANOVI “ di Miguel R. Larrosa nell’edizione in anteprima fuori commercio riservata all’AIAL della traduzione in italiano (a cura di Mario Bonomi e Massimo Donati).
Lo stesso Perotti ha condotto una vivace intervista «in diretta» all’autore, a cui ha fatto seguito la lettura in italiano ed in greco di alcune pagine tratte da un capitolo del libro a cura di Marina Masoero e Fanì Ioanidou.
Come lascia intuire il sottotitolo “Racconti di un giro del mondo a vela”, un libro atipico nell’ambito della letteratura nautica, dove (come precisa l’autore nel prologo) si parla poco o niente di problematiche di navigazione, di tecnica nautica e/o di avventure di bordo, ma si parla tanto delle storie di personaggi incontrati, di considerazioni ispirate da episodi vissuti a terra o raccolti dalle barche ormeggiate a fianco.
Tutti o quasi, spunti per esprimere opinioni personali su temi generali, non sempre da condividere ma certo sempre stimolanti la riflessione e la discussione, spesso “scomodi” e quasi sempre non «politically correct», specie se visti con l’ottica del lettore “terricolo”, e ispirati da una visione più distaccata, tipica del “giramondo”, di chi guarda la terra dalla banchina, con “i piedi ammollo”…
Anche nel caso del volume di Miguel R. Larrosa il mare fa da ponte tra le terre toccate, le diverse culture visitate, i personaggi incontrati nel corso del suo giro del mondo durato dieci anni.
Un giro del mondo mai completato (almeno, non ancora…), perché è iniziato in Spagna ma l’OCEANOVI , uno sloop in acciaio di 36 ft (11 metri), si è «arenato» cinque anni fa dopo 30.000 miglia all’altro estremo del mediterraneo, a Leros (dove è stato scritto il libro), al pari di altre imbarcazioni a vela.
Un giro del mondo compiuto navigando nel sesto oceano, quello delle relazioni umane, navigando come MEDITERRANEA fra terra e mare

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