Aial.gr

DANTE E IL GRAN VIAGGIO

Dante 700
Una rivisitazione iconografica della Divina Commedia.

 

“Dante e il gran viaggio” è il titolo di una trilogia di video che raccontano l’intera Divina Commedia. La narrazione, intervallata dalla recitazione di passi salienti, segue l’itinerario compiuto da Dante nel suo poema attraverso tutte le tappe che il poeta fece compiere al proprio spirito di pellegrino e di uomo assetato di conoscenza. La complessa architettura delle tre cantiche ci proiettano in un viaggio di purificazione fino al raggiungimento dell’illuminazione che Dante ravvisava della gloria di Dio.
Un cammino non solo spirituale ma anche politico, intellettuale, religioso, culturale. Durante questo percorso l’intera Europa di quel tempo viene sottoposta al giudizio implacabile di Dante che in forza della sua visione dell’ordine terreno attribuisce ai protagonisti della sua vita e della storia ora la dannazione, ora il pentimento, ora la salvezza nella luce di Dio.
La trilogia è stata presentata, nell’ambito delle celebrazioni per il VII centenario della morte di Dante, nel corso della rassegna virtuale LogInItaly, in rete dal 22.1 al 16.4.2021.

Αναπαραγωγή Βίντεο

[trailer]

8.3 zoras

 

Gherasimos Zoras
Ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Atene
Socio onorario della Società Dantesca Italiana

 


La realtà virtuale di un grande viaggio

Nel 1921, in occasione del seicentesimo anniversario dalla morte di Dante, Kostìs Palamàs, il poeta nazionale greco, ebbe modo di scrivere: «La Nuova Grecia […] sembra essere sempre stata molto ansiosa di mostrare di non ignorare l’opera di Dante, di essere interessata a essa, di studiarla, di ammirarla, di trarne ammaestramenti e insegnamenti, di essere pronta a interpretarla, a diffonderla, ad assimilarla nella propria civiltà letteraria».
In parallelo, come ammetteva in una lettera scritta nello stesso periodo, egli aveva intenzione di comporre un poema di ampio respiro che fosse «un inno rivolto a Dante, scritto nel difficilissimo metro della terzina».

Subito dopo però aggiungeva in tono sconsolato: «Se solo potessi fare il mio lavoro, l’unico lavoro che mi si addica e che mi competa, e che forse andrà perduto. Perché a me è toccata in sorte la vita del travet, dell’imbrattacarte negli uffici pubblici [si riferisce alla sua carica di Segretario Generale dell’Università di Atene], vittima delle persone indiscrete, e servo dei servi.

Così Dante sarò costretto a tenermelo dentro senza farlo nascere […] fino a scoppiare». Ma se Palamàs non fece in tempo a celebrare Dante, un altro sommo rappresentante delle nostre lettere, Nikos Kazantzakis (1883-1957), nel giro di una sola estate, nel 1932, riuscì a volgere in greco i 14.233 versi della Divina Commedia conservando lo stesso numero di versi e per di più in endecasillabi. La traduzione fu data alle stampa due anni dopo, nel 1934, ma Kazantzakis non smise mai di rielaborarla, ragion per cui, vent’anni dopo, ne fu pubblicata una nuova edizione, che offrì al pubblico greco la possibilità di conoscere meglio il capolavoro dantesco.

È evidente che Kazantzakis aveva letteralmente assorbito l’opera di Dante (come se il Poeta di Firenze lo avesse esortato Or vo’ che tu mia sentenza ne ’imbocche, Inf. VII, 72). Basti ricordare che nell’incipit di quello che è il suo romanzo più celebre, in italiano noto con il titolo Zorba il greco (il titolo originale suona alla lettera «Vita e opere di Alexis Zorbàs», 1946), ammette il fascino esercitato su di lui dalla Commedia, che non esita a definire “compagno di viaggio” (se non addirittura “guida”) della sua vita, dal momento che la portava sempre con sé alla stregua di un vademecum: «Tirai fuori il mio piccolo Dante tascabile, il mio compagno di viaggio; accesi la pipa, mi appoggiai al muro, mi misi comodo. Il mio desiderio rimase per un po’ nell’incertezza; da dove dare inizio alla lettura dei versi immortali? Dalla pece bollente dell’Inferno, dalle fiamme purificanti del Purgatorio o forse avrei dovuto lanciarmi verso la vetta più alta della Speranza dell’uomo? Lasciai la scelta al caso […]

Sfogliavo, saltavo da un verso all’altro, da una terzina all’altra, ricordavo il canto intero, le grida dei dannati salivano dalle pagine infuocate; più in alto grandi anime ferite cercavano di scalare un’altissima montagna; ancora più in alto le anime dei beati, simili a brillanti lucciole, si sollazzavano in praterie di smeraldo. Andavo su e giù per la formidabile, triplice struttura del Fato, mi muovevo disinvolto nell’Inferno, nel Purgatorio, nel Paradiso, e quasi mi pareva di trovarmi a casa mia. Soffrivo, speravo ed esultavo navigando su quei versi sublimi». (Il “compagno di viaggio” di Kazantzakis è in realtà una copia della Divina Commedia, con postille del prof. Raffaello Fornaciari, edizione minuscola, Ulrico Hoepli Editore, Milano).

Oggi, all’epoca della realtà virtuale, i cultori di Dante possono facilmente navigare sulle sue terzine e vedere letteralmente i dannati bruciare in mezzo alle fiamme, le anime ferite scalare la montagna della purificazione e i beati esultare al cospetto di Dio. Hanno la possibilità di andare su e giù per la formidabile, triplice struttura come se fosse davvero casa loro, con il supporto di un ricco apparato iconografico, dell’adeguata colonna sonora e di una suggestiva recitazione.

Infatti l’editore Enzo Terzi (ETPbooks) ha curato la produzione di tre video, della durata di quindici minuti ciascuno e corrispondenti a ognuna delle tre cantiche della Commedia, che presentano una selezione di alcuni, significativi passi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, letti e collegati tra loro medianti brevi commenti della voce recitante femminile. Il timbro femminile della voce è sottolineato ancor più dalla colonna sonora, mentre i colori e le forme delle opere di arte figurativa scorrono davanti agli occhi dello spettatore-ascoltatore stimolandone al massimo l’immaginazione. Che sembra spesso trasformarsi in realtà.

Vale la pena sottolineare che la penna del grande Fiorentino ha ispirato la tavolozza dei poeti più importanti dei secoli a venire. E sono proprio le opere sublimi di questi ultimi (che vanno dalle miniature rinascimentali alle incisioni romantiche di Gustave Doré fino alle più recenti creazioni artistiche) che abbiamo l’opportunità di (ri)conoscere grazie ai tre video, mentre la recitazione delle terzine ha la funzione di legenda-didascalia. Non è un caso che 42 anni fa, nel 1979, proprio l’Istituto italiano di cultura di Atene aveva offerto al pubblico la possibilità di conoscere la Divina Commedia attraverso la pittura organizzando, assieme alla Pinacoteca Nazionale di Grecia, la mostra dal titolo Cinquanta artisti italiani illustrano la Divina Commedia, accompagnata da un elegante catalogo.

Quanto al vantaggio che lo spettatore-ascoltatore di oggi potrà trarre dalla resa virtuale della Commedia, possiamo immaginarlo ricorrendo alle seguenti considerazioni di Kazantzakis, contenute nella premessa alla sua traduzione in lingua greca: «Grazie alle tre ipostasi del suo abisso – del peccato, della conversione, della salvezza – egli [ossia, Dante] ha tracciato frontiere, ha aperto strade, ha gettato fondamenta, ha fissato porte, costruito scale, torrioni e feritoie, ha scavato fosse distinte per ogni categoria di dannati, ha innalzato nove piani di cielo per mettere in ordine virtù e beatitudini. Ma ha messo ordine anche dentro la nostra anima. Inferno, Purgatorio, Paradiso sono dentro di noi, sono l’occulta, formidabile Trinità umana».

Ed è appunto questo ordine che riconosceremo anche in questa nuova, originale proposta di ricezione dell’opera dantesca sullo schermo.

 

Gerasimos Zoras

Αναπαραγωγή Βίντεο
Αναπαραγωγή Βίντεο
Αναπαραγωγή Βίντεο
Scroll to Top