CALLAS FOREVER
Omaggio alla Callas e a Zeffirelli nel centenario della nascita
L’Associazione Culturale AIAL, con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene ed in collaborazione con il Comune di Leros, organizza la proiezione della pellicola “Callas Forever” con la regia di Franco Zeffirelli che avrà luogo a Leros, sabato 24 febbraio 2024 alle 21:00 presso il Teatro Comunale di Lakki.
La proiezione è realizzata per celebrare congiuntamente il centenario della nascita della soprano e del regista con un’opera che li accomuna e li ricorda entrambi: la prima come personaggio durante gli ultimi travagliati mesi di vita; ed il secondo con la sua ultima produzione in campo cinematografico, già quasi ottantenne.
La pellicola, in lingua originale con sottotitoli in greco, viene proposta con ingresso libero.
Il centenario
Della Callas, in quanto Diva e per giunta in un mondo, quello lirico, che già registrava il fenomeno del “divismo” fin dai primi dell’ottocento, se ne conoscono ormai in dettaglio (grazie anche al “gossip” postumo scatenato nei media e nei social dalla ricorrenza del centenario, celebrato in tutto il mondo occidentale, ed in Italia in particolare) i travagliati inizi quanto i sofferti ultimi mesi, ai quali in specie è dedicato il film di Zeffirelli.
Di Zeffirelli invece, nonostante la notorietà elitaria internazionale legata principalmente al mondo della lirica, e nonostante le celebrazioni del centenario, numerose anche in Italia, ben poco è noto al grande pubblico della vita privata e della sua produzione artistica in campo teatrale. La sua notorietà a livello popolare è infatti limitata alle regie cinematografiche e televisive, che in realtà rappresentano solo una parte del suo versatile ingegno, e che comunque provengono in buona parte dal teatro, lirico o di prosa che sia.
Franco e Maria
Zeffirelli consceva bene la Callas per avere curato la regia di numerosissime opere, nei teatri di tutto il mondo, da lei interpretate come Primadonna. La conosceva fin da quando, ancora debuttante in sovrappeso, era stata “lanciata” da Tullio Serafin, direttore d’orchestra e talent scout, al suo arrivo in Italia per il debutto all’Arena di Verona nel ’47. Da allora la segue nella sua ascesa trionfale alla conquista dei più prestigiosi palcoscenici mondiali, a partire dal ’55 alla Scala dove cura regia, scenografia e costumi del rossiniano Il turco in Italia. L’affetto per la donna e la venerazione per il soprano inducono Zeffirelli a fare pressioni per riportare, anche se per poco, la Callas sul palcoscenico nel ’64 dopo l’allontanamento dalle scene per impegni mondani durante la sua relazione con Onassis.
Maria Callas muore nel lussuoso appartamento di Parigi dove si era ritirata, tre anni dopo il suo ultimo tour mondiale con Di Stefano del ’74. Venticinque anni dopo, quasi ottantenne, Zeffirelli decide di dedicarle la sua ultima opera cinematografica, un personale ed intimo omaggio, ma rifiutandosi di rappresentare il dramma personale e affettivo in chiave strettamente biografica, preferendo invece la via della fiction. Porta così sullo schermo una proposta reiteratamente fattale nella realtà, di realizzare un adattamento per il cinema della Carmen. E vi inserisce alcuni accenni autobiografici.
“Maria, con la sua arroganza tutta greca, si rifiutò di accettare che il suo spirito fosse travolto dal declino della materia. Così lo fece appassire, momento per momento, giorno dopo giorno. Questa fu la sua vera tragedia, e non è materia facile da narrare in un film. Ma io scelsi proprio di percorrere questa difficilissima strada. Fu la mia “idea portante”: come fermare un declino con l’ausilio e la complicità dei mezzi tecnici. Una speranza, ahimè, fallace, perché nulla e nessuno potrà mai arrestare l’incedere spietato del tempo.”
Il film
Larry Kelly, amico ed in passato impresario di Maria Callas, torna dopo molto tempo a Parigi per gestire il concerto di un gruppo rock. Anche il celebre soprano si trova a Parigi: dopo la sua ultima esibizione in Giappone, un flop in cui si era resa conto che la sua voce non era più quella di un tempo, la Callas è in preda ad una grave crisi depressiva.
Preoccupati per le sue condizioni, Larry e la giornalista Sarah, molto amica della Callas, cercano di fare qualcosa per aiutarla. L’impresario riesce a convincerla ad interpretare una trasposizione cinematografica della Carmen (mai interpretata in teatro) utilizzando in playback una registrazione su vinile dei tempi d’oro ed esaltando le sue doti interpretative.
La Callas sembra uscire dalla depressione e ritrovare l’antica verve, ed il film registra un grandissimo trionfo. I prduttori propongono ulteriori versioni cinematografiche, utilizzando le registrazioni per il playback, ma la cantante rifiuta: non vuole imbrogliare il suo pubblico e vorrebbe interpretare la Tosca registrandola dal vivo. La sua proposta viene però rifiutata dai produttori, temendo che la spenta voce di Maria Callas farebbe crollare il mito e porterebbe all’insuccesso della pellicola.
Il cast
Fanny Ardant Jeremy Irons Joan Plowright Jay Rodan
Il trailer
L’omaggio _ Leros, 24.2.2024
Dalla presentazione del SG
Files kai filoi, cari amici, kalispera sas kai kalos iltate!
Noi tutti, qui, stasera, con questo film e con la vostra presenza, rendiamo omaggio all’artista, alla soprano, a colei che fu la capofila di quel rinnovamento del mondo della lirica che inizia con lei, nell’immediato dopoguerra. Quel ritorno del melodramma alle sue origini, di rappresentazione musicale di un dramma secondo i dettami di Metastasio, rivalutando la recitazione nella rappresentazione.
Ma anzitutto e sopratutto rendiamo omaggio alla donna, al suo dramma intimo, alla sua tragica fine. E le rendiamo omaggio attraverso la sensibilità di chi la conobbe molto bene e le fu vicino nella realizzazione di tante interpretazioni, rendendo in tal modo un omaggio anche a lui che ne condivideva l’anno di nascita, con questo suo ultimo film, girato a quasi ottant’anni e a venticinque dalla scomparsa della Callas.
Un film che testimonia il suo affetto per la donna e l’enorme stima (per non dire francamente l’adorazione) verso l’artista attraverso l’alter ego rappresentato dal protagonista maschile del film, un personaggio in cui si può intravedere qualche cenno autobiografico, come anche attraverso l’intero sviluppo della trama e gli ampi inserti operistici.
Inquadrature che riprendono nella regia e nella scenografia le sue indimenticabili trasposizioni cinematografiche di opere, come la «Cavalleria rusticana», la «Traviata» o l’«Otello», e di drammi teatrali, come gli shakesperiani «Romeo e Giulietta» e l’«Amleto», o la brillante «La bisbetica domata», per i quali, e per il televisivo «Gesù di Nazareth», è noto al grande pubblico.
Ma pochi sanno che a fronte di 22 film girati (di cui quello di stasera come dicevamo è l’ultimo, a quasi ottant’anni di età) ha curato regia e scenografia di 30 opere di teatro di prosa, l’ultima delle quali, «Sei personaggi in cerca d’autore» di Pirandello, nel 1991 per il Teatro Antico di Taormina con Enrico Maria Salerno. E di ben 100 opere liriche, dal 1954 («L’elisir d’amore» di Donizetti alla Scala di Milano a 31 anni) al 2019 («La traviata» di Verdi all’Arena di Verona a 96 anni).
Vorrei concludere questo breve excursus iconografico con una immagine stavolta testuale, tratta da un’intervista di Zeffirelli.
"Dopo la morte di Maria Callas mi erano state fatte molte proposte per dirigere un film su di lei: la sua vita, i trionfi e gli scandali che l’avevano costellata. Soprattutto era il triangolo Callas-Onassis-Jacqueline che eccitava la curiosità morbosa dei produttori. Misi ogni volta ben in chiaro che ero stato troppo vicino alla vita e ai drammi di Maria per “mettere in piazza” un materiale così delicato e privato."
Ne risulta ben evidente il perchè abbia scelto la via della fiction (comunque a lui più congeniale) per questo suo omaggio alla Callas, recentemente proiettato ad Atene, alla Fondazione Kakogiannis ad ottobre, e al Museo Callas appena una settimana fa.
Grazie per l’attenzione kai kalì theasi.