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ADRIAS – Furono tutti degli eroi

Presentazione a Leros del volume di Margarita Pournara

Alla presenza di numerosissimo pubblico, si è svolta il 24.11.2023 ad Ag.Marina presso il Teatraki (ex Dogana) della locale Filodrammatica la presentazione del volume  “ADRIAS – Furono tutti degli eroi” della giornalista Margarita Pournara.

Organizzato dall’AIAL con la collaborazione della Filodrammatica di Leros ed il sostegno dell’Associazione Filologica Parnasso di Atene, l’evento era moderato da Nikos Fokas, rappresentante per  Dodecaneso della Parnassos, il cui presidente Vasilios Konstantinopoulos ha inviato un messaggio di congratulazioni all’autore per il valore letterario della sua opera.

Nella sua prefazione, il S.G. dell’AIAL ha ricordato che la presentazione era programmata nel contesto degli eventi dedicati all’80° anniversario della Battaglia di Leros in ragione della partecipazione del cacciatorpediniere all’attività di rifornimento dell’isola da parte della flotta alleata di stanza nel porto di Alessandria alla quale era assegnato l’Adrias, e durante la quale la nave incorse nella sua insolita disavventura.

La sera del 22 ottobre 1943 l’Adrias, in navigazione tra Kalymnos e Leros, urtò una mina che tagliò di netto la prua della nave. Ma ebbe la fortuna di non affondare, come invece accadde subito dopo al C/T inglese Hurworth che urtò a sua volta una mina mentre si dirigeva verso l’Adrias per prestare soccorso.

Senza bussole, carte nautiche e ancora, la nave riuscì a raggiungere le vicine coste della Turchia e, dopo riparazioni di fortuna durate 40 giorni, raggiunse il porto di Alessandria con un incredibile viaggio di 730 miglia priva della prua.

Queste drammatiche circostanze, come sottolineato dal S.G. dell’AIAL, l’autore le descrive con grande vivacità ed umanità, sottolineando lo spirito di abnegazione e il senso del dovere dell’intero equipaggio.

È quindi intervenuta Aliki Mouriki, figlia di un ufficiale dell’equipaggio dell’Adrias, il STV Spiros Mourikis, che ha definito, tra le altre cose, il concetto di “eroe” (“Gli eroi non nascono tali, lo divengono a causa delle circostanze, e non appartengono mai ad un determinato schieramento o ad una determinata bandiera; esistono ovunque, anche tra le file del nemico”), il ruolo della coesione dell’equipaggio, della disciplina e del lavoro di squadra, nonché il ruolo chiave svolto dalla fortuna nella riuscita dell’impresa.

E ha concluso il suo intervento chiedendosi: come è possibile che un evento della 2GM così importante per la Grecia sia stato dimenticato per decenni persino dalla Marina Militare.

Margarita Pournara ha quindi raccontato come è nato il libro: l’incontro fortuito della nuora di Petros Aslanis (imbarcato sull’Adrias) con il Museo della Fotografia di Drama; la Kodak Brownie e le fotografie del suocero; il suo incontro con l’armatore Aris Theodoridis; la decisione di quest’ultimo di incaricare la giornalista della stesura della cronistoria dell’Adrias, dal varo al disarmo.

E Margarita ha portato avanti la ricerca con tale passione che, al di là dell’accurata testimonianza storica, il lettore la legge come un romanzo.

Con tale passione che confessa di avere la sensazione di essere sbarcata a Leros in compagnia dei 204 membri dell’equipaggio; di avere la sensazione che solo adesso, oggi, l’Adrias ha concluso il suo viaggio; solo adesso, con la presentazione del libro qui a Leros, con il racconto della sua impresa, ha raggiunto finalmente l’isola, ha portato a termine la sua missione.

La vivacità e l’accorata umanità con cui l’autrice ha scritto il libro si riscontra anche nel presentare, nel corso del suo intervento, alcuni componenti dell’equipaggio, primo fra tutti l’autorevole figura del Comandante Ioannis Toumbas, un po’ padre per tutti loro; e quella del TV Kostas Arapis, 1° Ufficiale di Macchina che ha ricoperto un ruolo fondamentale per le sommarie riparazioni che permisero alla nave di riprendere seppure precariamente il mare; ed il clima di affiatamento e solidarietà durante il forzato soggiorno a Gumusluk.

Un consolidato aneddoto vuole che, quando l’Adrias salpò, alcuni dei turchi cretesi che vivevano a Gyumousluk lo salutarono con il tradizionale augurio in greco: «Η Παναγιά μαζί σας» (“Che la Madonna vi accompagni”).

Dal prologo del S. G. 

Files kai filoi, cari amici, kalispera sas kai kalos ilthate.

            Vorrei anzitutto dare il benvenuto da parte dell’Associazione a Margarita Pournara e Aliki Mouriki

E ringraziare per la loro presenza le Autorità, civili e militari, e soprattutto voi tutti.

La vostra presenza è una testimonianza dell’interesse della popolazione nei confronti della storia dell’isola, che costituisce (di concerto con la peculiare architettura razionalista di Lakki) un fondamentale patrimonio alla base dello sviluppo di un turismo alternativo.

Per lo promozione del quale la nostra Associazione si adopera da più di 10 anni.

            Questa presentazione era stata programmata nell’ambito delle manifestazioni per la celebrazione dell’80° anniversario della Battaglia di Leros, organizzate con il sostegno dell’Ambasciata italiana, del Comune di Leros e molti altri enti d’Italia e Grecia.

Il motivo risiede nella partecipazione del Cacciatorpediniere alle attività di rifornimento dell’isola effettuate dalla flotta di stanza ad Alessandria alla quale era stato assegnato l’Adrias.

            E durante lo svolgimento delle quali l’Adrias incappò nella sua straordinaria disavventura.

Insolita ma fortunata: basti pensare a quanto avvenne al C/T inglese Hurworth, che navigava di conserva all’Adrias, che affondò in pochissimo tempo appena urtò a sua volta una mina.

            Insolita ma non unica: nella sfortuna di urtare una mina (e nel corso della 2GM tantissime furono le navi che affondarono in tal modo), altre navi incapparono nella stessa disavventura; perdere la prua ed avere la fortuna di sopravvivere.

Ho trovato almeno due di tali insoliti episodi: il Francesco Barbaro, un piroscafo da carico italiano, che nei suoi solo due anni di vita è stato colpito tre volte, perse la prua a causa di una mina all’entrata del porto di Bengasi nel 1940, e venne infine silurato al largo di Zacinto.

Ed il C/T inglese Volage, che anch’esso urtò una mina, perse la prua e sopravvisse nel corso dell’Incidente del Canale di Corfù nel 1946.

            Ma ambedue in circostanze ben diverse da quelle dell’Adrias: facente parte di un convoglio e difronte un porto amico, il primo.

Ed il secondo al termine della guerra, ancorchè di fronte a costa nemica, ma in prossimità di porto amico.

            Circostanze ben diverse nel caso dell'Adrias, dicevo, come le descrive con grande vivacità e umanità Margarita Pournara, sottolineando lo spirito di sacrificio ed il senso del dovere dell’equipaggio tutto.

Ed il perduto patriottismo, comparando la madre dell’epoca che saluta i cinque figli che partono uno dopo l’altro come volontari per la guerra, con la madre d’oggi che si lamenta con il maestro protestando perchè il figlio ha preso un brutto voto a scuola...

Quel patriottismo che spingeva i giovani di allora ad affrontare anche rischiosi e rocamboleschi viaggi per mettersi al servizio della Patria in guerra, come Christos Papasifakis, Guardiamarina sull’Adrias, ed il fratello sedicenne Mimis, Allievo all’Accademia Navale.

            Lo spirito e l’umanità di questo libro me ne ricordano un altro che descrive gli stessi giorni con lo stesso spirito e umanità, quello dell’Amm. Spigai, all’epoca dei fatti comandante della DICAT-FAM dell’isola.

Il quale dedica la sua opera “Ai combattenti di ogni bandiera della Battaglia di Leros con equanime rispetto. Alla gloria dei caduti nelladempimento del dovere.”

E credo che il sottotitolo del libro: “Furono tutti degli eroi”, possa essere sottoscritto da tutti coloro che si avvicinano alla storia di qualsiasi epoca e di qualsiasi avvenimento con questo spirito.

             Νon voglio dilungarmi oltre, per lasciare la parola alle due ospiti di stasera..

Ringrazio di cuore per la collaborazione e per la, ancora una volta, ospitalità la Teatrikì Omada ed il suo Presidente; l’Associazione Letteraria Parnaso ed il suo rappresentante Nikos Fokas; e l’amico Markos Spanos per il supporto tecnico e l’infinita pazienza.

E ovviamente Margherita e Aliki per la loro presenza. Ma soprattutto vorrei ringraziare voi tutti per l’attenzione, E riconsegno il microfono al coordinatore.

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