FUNÉRAILLES (Non ti voglio)
Lo psicothriller di Antonio Bido in prima assoluta in Grecia
Con il sostegno tecnico del Comune di Leros, l’Associazione Culturale AIAL organizza sabato 21 giugno 2025 la proiezione in prima assoluta in Grecia della recentissima opera realizzata dal regista e cineasta Antonio Bido, tornato dopo 45 anni al genere cinematografico dei suoi primi successi, il noir.
La pellicola, realizzata con numerosi inserti in bianco e nero che scandiscono i flash-back, ha come colonna sonora portante, che ne ha ispirato il titolo, la partitura per pianoforte di Franz Liszt Funérailles, composta nel 1849 in occasione della repressione della rivoluzione ungherese.
La proiezione, in lingua originale con sottotitoli in inglese, viene proposta con ingresso libero.
Il regista
Antonio Bido, nato a Padova nel 1949, si interessa al cinema fin da giovanissimo e si laurea in lettere e filosofia con una tesi sul cinema italiano. Nel periodo universitario realizza diversi cortometraggi, dove sperimenta l’uso di tecniche e linguaggi originali come nei videoclip ante litteram “Moto Perpetuo” e “Capricci”, e due lungometraggi sperimentali: “Dimensioni”, 1970 e “Alieno da”, 1971 che riscuotono numerosi premi.
Nel 1972 collabora con il regista Giuseppe Ferrara (del quale è aiuto regista nel film “Faccia di spia”) nella realizzazione di diversi documentari tra cui “La città del malessere” che vince il Nastro d’argento.
Raggiunge il successo con due thriller diventati cult: “Il gatto dagli occhi di giada”, 1977 e “Solamente nero”, 1978.
Seguono 40 anni di ininterrotta attività cinematografica con numerosissimi documentari (un centinaio), pubblicità e videoclip intervallati dai lungometraggi: “Barcamenandoci”, 1983; “Mak π 100”, 1986; “Blue Tornado”, 1990.
Nel 2020 racconta questa vita “intrisa” di cinema in tutte le sue forme con un’autobiografia filmata: “I miei sogni in pellicola”, presentata al 40° Torino Film Festival.
Il film “Funérailles”, 2023 rappresenta in fondo il coronamento di quei “sogni in pellicola” e un ritorno, per certi versi, al linguaggio sperimentale degli esordi.
Miriam è un’affermata pianista, sposata con Andrea, anche lui pianista ma meno noto ed acclamato della moglie. Tra i due il rapporto è strano, si amano, ma mentre lui vorrebbe avere un figlio da lei, così da completare la famiglia, Miriam pensa invece solo alla sua sfolgorante carriera, non perdendo occasione di umiliare il marito facendolo sentire inferiore e arrivando persino a sospettare che lui sia invidioso del suo successo. Tra flashback del passato felice e dell’adolescenza complicata di Miriam, ed un presente triste e vuoto in cui la loro storia sembra essersi conclusa malamente, si svolge il racconto strano ed ambiguo di una coppia la cui differente visione del mondo e dell’amore la porterà sul baratro della follia e della perdizione.
[Ilaria Monfardini: Mondospettacolo – 27.3.2025]
(Città di Castello, Perugia - 1983) Attrice, cantante e chitarrista, regista teatrale. Ha studiato chitarra classica al conservatorio di Bologna e recitazione all’Accademia Antoniana. Lavora sia come freelance, che con le compagnie teatrali Barone Chieli Ferrari e Teatro Macondo.
Tra gli ultimi lavori: il film di Antonio Bido Funérailles; la produzione teatrale I manoscritti non bruciano; le docufiction Rai Ei Fu – Vita, conquiste e disfatte di Napoleone e Caccia all’uomo; il monologo teatrale Domani i giornali non usciranno; lo spettacolo di Antonio Moresco Il mio cammino il nostro cammino.
Ha collaborato con la compagnia Koiné Teatro Sostenibile di Silvio Panini, con vari istituti di cultura e con diverse case editrici. Collabora in atto con il Teatro di Anghiari e con Zeranta Edutainment. Si esibisce come solista voce e chitarra in Italia e all’estero. È testimonial di numerosi spot televisivi.
(Tricase, Lecce - 1977) Lascia giovanissimo il Salento per gli studi universitari al DAMS di Bologna, dove si avvicina per la prima volta alla recitazione. Debutta nel 2003 in un ruolo da co-protagonista accanto a Ottavia Piccolo in Bellissima Maria di Roberto Cavosi per la regia di Sergio Fantoni. Si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Genova nel 2011. Lavora in teatro con Mario Jorio, Fabio Gravina, Marco Belocchi e partecipa a film diretti da Edoardo Winspeare, Federico Rizzo, Cosimo Terlizzi, Roberto Capucci, Antonio Bido.
(Sondrio - 1948) Si laurea in architettura al Politecnico di Milano, e inizia giovanissima a recitare in teatro. Esordisce al cinema con Le castagne sono buone (1970) di Pietro Germi e sale alla ribalta con il ruolo della prostituta epilettica in Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci, divenendo uno dei sex symbol italiani.
Tra le altre interpretazioni di questo periodo: Luna di miele in tre (1976) con Renato Pozzetto; Suspiria (1977) di Dario Argento; Ciao maschio (1978) di Marco Ferreri; Solamente Nero (1978) di Antonio Bido.
Dagli anni 1980 si trasferisce negli Stati Uniti dove comincia l'attività di giornalista, realizzando reportage per la televisione italiana. Passa alla regia con Lontano da dove (1983) e Un paradiso di bugie (1997), e realizza alcune serie televisivive per la Rai.
Saltuariamente torna alla recitazione, sia in produzioni internazionali (Il ventre dell'architetto, 1987 di Peter Greenaway) o italiane (Maledetto il giorno che t'ho incontrato, 1992 di Carlo Verdone), sia in fiction televisive (Donna, 1996 e Incantesimo, 2003).
Il trailer

La musica
Funérailles è una elegia composta da Franz Liszt nel 1849 (in occasione della repressione della rivoluzione ungherese nella quale furono giustiziati tre suoi amici del governo indipendentista), che costituisce il pezzo n° 7 – il più famoso – delle dieci composizioni per piano Harmonies poétiques et religieuses, scritte tra il 1845 ed il 1852 con i titoli tratti dall’omonimo ciclo di poemi di Lamartine.
Sviluppata su quattro sezioni, il secondo movimento ne rappresenta la parte fondamentale e più articolata della composizione: in forma di marcia funebre in fa minore, sfuma fino a raggiungere un lacrimoso e si conclude con un crescendo a trasmettere la speranza.
Esecutore: Reed Tetzloff (2008)
Artwork: © PianoAdventure
Note di regia
E’ stato difficile decidere con quale film tornare al lungometraggio a 33 anni dall’ultimo film di fiction ed a 45 dai primi due thriller.
Volevo fare un film che affrontasse un tema serio e importante quale il rifiuto della maternità da parte della donna. Un tema che mi sta particolarmente a cuore e che ho scelto di raccontare in modo “diverso” , inserendolo cioè in un’atmosfera noir dove i desideri diventano folli ossessioni e le conseguenze, fisiche e psichiche, non possono che essere terribili, insane.
Ho raccontato soprattutto la storia di un passato crudele, negato fino alla follia, e di un presente allucinato e turbato da visioni e sensi di colpa. Ho potuto raccontare tutto questo grazie a scelte formali che mi hanno riportato al cinema dei miei esordi, indipendente, sperimentale, crudo.
Spero di essere riuscito, anche nei momenti emotivamente più coinvolgenti, a narrare argomenti enormemente delicati con l’intento di suscitare non tanto l’orrore per quanto stava accadendo, ma piuttosto compassione per chi quell’orrore non era riuscito ad evitare.
Antonio Bido